Risulta più che mai necessario oggi tenere alto l’interesse per il Tribunale Unificato dei Brevetti soprattutto in questo periodo e durante questa transizione cosiddetta di “affari correnti” di un governo come quello italiano da poco dimissionario.
Ma cosa vuol dire “affari correnti” in un governo dimissionario e quale è la portata di assoluta rilevanza e valore nel mantenere l’interesse vivo e forte per il TUB e per la sede di Milano?
Una premessa doverosa deve essere svolta sul punto.
Fino a che non verrà nominato il nuovo governo rimarrà in carica il governo Draghi. L’ordinamento, infatti, prevede che il decreto di accettazione delle dimissioni del governo venga firmato contestualmente al decreto di nomina del nuovo governo, vi è pertanto quella continuità per cui il Paese non resta mai senza un Esecutivo in carica.
La dottrina costituzionalistica non offre, senza invadere i campi specifici sui valori costituzionali, una ricostruzione univoca dei poteri del governo dimissionario. Alcuni autori, infatti, offrono una lettura fortemente restrittiva, parlano di organo “straordinario” o di organo meramente amministrativo e non più politico. L’opinione prevalente, tuttavia, è che la natura del governo non muti e che la restrizione dei poteri derivi dalla prassi e dalla correttezza costituzionale.
Come si è detto, il presidente del Consiglio dimissionario adotta normalmente una direttiva indirizzata ai ministri, viceministri, sottosegretari del Governo volta a delineare il significato di “affari correnti”; così ha fatto anche il presidente Draghi il 21 luglio scorso.
In particolare viene specificato che il governo può adottare tutti gli atti urgenti sia legislativi sia regolamentari sia certamente amministrativi necessari per fronteggiare quelle emergenze nazionali o derivanti dalle crisi internazionali o come la situazione epidemiologica da Covid-19 per esempio, nonché quelle che riguardano il piano nazionale di ripresa e resilienza, il PNRR.
Viene poi naturalmente precisato che il governo continuerà a partecipare alle attività internazionali compresi i vertici previsti in sede Unione Europea, ONU, Nato, G7 e G20. In conclusione cosa cambierà?
La presente crisi di governo forse segnerà un nuovo parametro, nella definizione di “affari correnti”. Nella situazione contingente, la direttiva del presidente del Consiglio ed i moniti del Presidente della Repubblica, portano infatti a ritenere che il governo Draghi, seppur dimissionario, avrà un margine di azione molto ampio.
Ma l’argomento su cui dobbiamo soffermarci è quello di non lasciar cadere il nostro interesse sull’assegnazione a Milano della vacante sezione della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti.
È infatti iniziata da alcuni mesi quella fase di preparazione e di avvicinamento all’entrata in vigore dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti ove la costituenda Autorità Giudiziaria sarà composta in primo grado, da una Divisione Centrale con sede a Parigi e due sezioni, di cui una occupata da Monaco e l’altra rimasta vacante, e diverse sedi locali.
Detta Divisione è di rilevante importanza strategica in quanto avrà il delicato compito di giudicare sulla validità dei brevetti europei emettendo sentenze suscettibili di dispiegare effetti nella gran parte dei Paesi dell’Unione Europea. Va sottolineato inoltre, che fra le competenze attribuite alla sezione rimasta vacante, dopo il ritiro del Regno Unito dall’accordo a seguito della Brexit, vi sono quelle relative al settore chimico-farmaceutico e metallurgico.
Ed è proprio l’interesse all’attribuzione di questa sezione a Milano che ha determinato ormai da qualche anno la forte candidatura meneghina per formare assieme a Parigi e Monaco la Divisione Centrale dell’UPC. E qui di preminente rilievo vi è anche un altro “abbandono“dalla scena: i Paesi Bassi hanno appunto abbandonato la gara per l’UPC lasciando la strada aperta all’Italia. L’Aja è fuori dai giochi. La notizia di qualche giorno fa ma che già circolava , vede Milano come capofila per occupare l’ambita sezione della Divisione Centrale del TUB con diversi colloqui diplomatici in corso.
E quindi lasciando Milano come capofila, anche in questo momento particolare del nostro governo, noi non dobbiamo spegnere la luce e l’attenzione sull’ auspicata attribuzione.
Dobbiamo sostenere questa candidatura con tutte le nostra forza, attraverso colloqui continui e costanti.
Lo sconvolgimento politico italiano e le dimissioni del presidente Draghi non potranno rallentare questo processo. La strada infatti è stata spianata da lungo tempo e vi sono ragioni storiche, economiche e giuridiche che confermano come Milano sia la scelta più idonea.
Sostenere, in questo periodo di cosiddetti “affari correnti” di un governo dimissionario, la città di Milano diventa un incarico non solo del governo dimissionario, ma di tutti noi, un incarico e un impegno trasversale che deve essere propositivo, nell’interesse di una intera nazione che merita di ospitare il prestigioso organo transazionale .
Antonio Bana – Avvocato, componente tavolo tecnico per il Tribunale Unificato dei Brevetti – partner Studio Bana
Cristiano Bacchini – Avvocato, componente tavolo tecnico per il Tribunale Unificato dei Brevetti – partner BMLex