Bollettino BCE di Novembre, quali spunti per il Governo e la politica economica

Il bollettino economico di novembre della BCE acquista particolare rilievo perché fa il punto sulla situazione economica internazionale offrendo utili indicazioni per la decisione di bilancio per il 2023, che con la Nadef (Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza) ha provveduto ad aggiornare le grandezze economiche e finanziarie. Dunque con la sessione autunnale è iniziata la complessa manovra di bilancio che il governo Meloni realizzerà per rispondere all’andamento e alle criticità della economia globale. E non è, e non sarà, un percorso semplice per molte ragioni.

Non va dimenticato che tutto muove dalla recente decisione del consiglio direttivo della BCE che ha innalzato di 75 punti base i tre tassi di riferimento, con la previsione di ulteriori rialzi per contrastare il fenomeno inflazionistico e domare le tensioni sui prezzi al due per cento! Un obiettivo storico, ma irrealistico – seppure di medio periodo – nella situazione data, che ha fatto registrare a settembre una inflazione al 9,9 per cento di cui il 40 per cento per il peso dei prodotti energetici.

La fiammata inflazionistica ha molte ragioni: dalla guerra in Ucraina alle incertezze geopolitiche sui prodotti energetici, dalle conseguenze della prolungata pandemia con effetti sui prodotti alimentari, alle strozzature sulle catene del valore e delle produzioni colpite dalla crisi della economia globalizzata. I singoli paesi e le diverse aree economiche del mondo stanno recuperando con decisioni di investimenti che puntano all’accorciamento della catena del valore, ma è una risposta che richiede adattamenti e tempi non brevi.

La leva monetaria della BCE può bastare a raggiungere il target di inflazione tollerabile? Certamente no. È indubbio che sul piano domestico sarà necessario un mix di misure di politiche di bilancio, fiscali, industriali per non lasciare alla politica monetaria il peso della sua rigidità per i pesanti riflessi sui costi finanziari e sulle operazioni a più lungo termine e non soffocare una possibile ripresa economica.

In questa situazione sono necessari anche interventi temporanei a breve termine per proteggere le categorie più deboli.

Affiancata alle politiche di breve periodo della decisione di bilancio per il 2023, altrettanta efficacia dovrà essere posta alle politiche strutturali per l’attuazione dei piani di investimento dei programmi europei. Non ci dovranno essere intollerabili ritardi . Nelle difficoltà tutti dovranno fare la propria parte.

Questo assume ancora più importanza rispetto a previsioni di crescita che vengono viste in rallentamento. Negli Stati Uniti la crescita è moderata, in Cina viene segnalata una perdita di slancio. Le grandi aree mostrano segnali di sofferenza.

C’è un dato che emerge e che deve fare riflettere: l’andamento del risparmio europeo che è cresciuto considerevolmente sia in termini assoluti che in termini percentuali. Dal 2019 al 2022 è passato da 360 a 900 miliardi. Dal 12, 9 del periodo 1999 – 2021 ha raggiunto il picco del 15,2. È un risparmio che si concentra nelle fasce di reddito medio alto. È un risparmio che può consentire alle famiglie di far fronte alla crisi.

Di fronte a scenari così precari è importante non commettere errori, evitando visioni ideologiche; deve prevalere il realismo.

Importante è riprendere le produzioni nazionali, come aumentare la produzione nazionale di gas a partire dai giacimenti nelle 94 piattaforme bloccate sotto le 12 miglia, per evidenti ragioni di costi e di diritto internazionale. Significa alleggerire le pressioni sui prezzi, garantire un prezzo calmierato alle azioni energivore e porre le condizioni affinché le attività economiche possano superare gli effetti delle tensioni internazionali.

Un intervento sul cuneo fiscale che liberi risorse per le famiglie sarebbe importante per affrontare una congiuntura che colpisce i più svantaggiati.

Non commettere errori significa salvaguardare la spesa per interessi che rischia di crescere pericolosamente se non si fanno scelte economiche e di bilancio coerenti con il quadro dei conti pubblici.

Questa è la sfida che il governo deve affrontare con la decisione di bilancio.

 

Maurizio EufemiGià senatore nella XIV e XV legislatura.

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