L’11 gennaio 2025 presso la Biblioteca Comunale Achille Vergari di Nardò, il più grande Comune del Salento dopo, ovviamente, il capoluogo, è stata organizzata la presentazione del libro Venti anni di conferenze nella trincea culturale d’Italia, un evento che ha visto la partecipazione di Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia, e Giulio Quarta.
L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio del Comune, ha scatenato accese polemiche e proteste. Gli eventi di Nardò sollevano questioni fondamentali sulla responsabilità delle istituzioni democratiche e sulle dinamiche della protesta contemporanea. Il patrocinio comunale concesso a un evento legato a CasaPound rappresenta una contraddizione istituzionale di particolare gravità: un’amministrazione democratica che conferisce legittimità a un’organizzazione che si richiama esplicitamente a ideologie antidemocratiche.

La biblioteca comunale, trasformata in fortezza presidiata dalle forze dell’ordine, è diventata simbolo di questa contraddizione: uno spazio pubblico che, invece di promuovere il dibattito libero e inclusivo, si è trasformato in zona militarizzata per proteggere un evento controverso.
Emerge però un paradosso cruciale: la mobilitazione antifascista, per quanto legittima e moralmente necessaria, ha finito involontariamente per amplificare la risonanza mediatica di un evento che, per suoi meriti intrinseci, sarebbe probabilmente rimasto confinato nell’irrilevanza locale.
Il “Salento antifascista” che “alza la testa” rappresenta quella parte di società che riconosce l’importanza di opporre resistenza culturale e politica, ma questa stessa resistenza si trova intrappolata in un meccanismo paradossale: più forte è la protesta, maggiore è la visibilità dell’evento contestato.
Gli eventi di Nardò non sono solo cronaca locale ma rappresentano un campanello d’allarme per la democrazia italiana, evidenziando la necessità di ripensare sia le modalità della protesta sia il ruolo delle istituzioni nella gestione degli spazi pubblici e del dibattito democratico. La vera sfida per il futuro sarà quella di trovare un equilibrio tra la necessaria opposizione alle derive antidemocratiche e l’esigenza di non trasformare eventi marginali in fenomeni mediatici di portata nazionale, facendo partire in automatico la grancassa dell’antifascismo, con i rischi e gli effetti collaterali che si sono evidenziati.
Vincenzo Candido Renna – Avvocato