Schiavoni (Confindustria Marche), prioritario potenziamento infrastrutture
Presidente, dal suo autorevole punto di osservazione, come giudica la situazione industriale della sua Regione? È possibile parlare di crescita e ripresa dopo la pandemia? Le aziende sono preoccupate, questo è evidente. L’impennata abnorme del prezzo europeo del gas e, quindi, dell’elettricità in Italia (+572% a dicembre sul pre-crisi), se persistente, mette a rischio l’attività nei settori energivori. L’impatto dei maggiori costi energetici si scarica, soprattutto, sulle imprese industriali che devono fare i conti anche con la scarsità e i rincari di vari input produttivi che si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity ed è tendenzialmente maggiore nei settori più a valle, quelli che producono beni di consumo (per esempio, calzature, abbigliamento e mezzi di trasporto), che sono più vicini alla domanda finale. Un danno per le imprese… Questa situazione penalizza fortemente le imprese marchigiane sia quelle più energivore come quelle della chimica, della lavorazione della plastica, del vetro e dell’alluminio, della carta e della stampa ma anche quelle del Sistema moda e della casa che hanno già dovuto affrontare in questi mesi gli impatti dei rincari sulle loro produzioni e sulla loro redditività. Tutto ciò, associato alla ripresa della pandemia, rischia di comprimere le potenzialità di rilancio economico. Quali sono i numeri relativi alla nascita o alla chiusura di nuove imprese nella sua Regione? Nel corso del 2021 il progressivo miglioramento della situazione sanitaria e le migliori prospettive economiche hanno favorito la ripresa delle iscrizioni di nuove imprese nelle Marche che sono cresciute del +22,8% rispetto al 2020. Contestualmente alla crescita delle iscrizioni, anche le cessazioni di impresa nelle Marche hanno registrato un incremento rispetto al 2020, seppure di minore entità: +11,7%. Malgrado il diverso andamento fra iscrizioni e cessazioni, il saldo tra iscrizioni e cessazioni di impresa nel 2021 si è mantenuto negativo e