Non siamo ancora nel 2030, mancano otto anni, eppure ci sono
annunci che fanno pensare che sarà un anno di svolta superiore,
dopo tutte quelle che avvengono a ripetizione sotto i nostri occhi,
tanto che ogni cronologia tradizionale, si trova ad essere solo
elemento di orologio e di calendario, mentre a livello concettuale,
a livello di senso comune, vige il travolgimento, la mutazione.
Il bollettino tecnologico e quotidiano, molecolare, ineludibile e
a volte scardinate e dopo tanto “andare”(continuo discontinuo) ma andare, ha un colpo scattante di quelli che segnano un prima e un dopo.
E anche se oramai siamo abituati a sentir dire… che nulla sarà più come prima, tanto che non ci facciamo
più caso, bisogna dire, 2030 è veramente cataclismatico, nel campo della
intelligenza, prima prerogativa solo umana, ora anche dell’artificio.
Tanto che si parla di cip (Continuous improvement programme) biologici, una cosa sconvolgente, che
potrebbe riportare, ipoteticamente, ma non solo ipoteticamente in vita
il cervello di Einstein, Fermi, Galileo; cip biologici con basi di silicio, e pezzi del nostro cervello umano, frammenti
microscopici (quanto basta) che possano riprodursi, adattarsi, modificarsi
è mettersi in corsa per arrivare alla cifra di dieci milioni di miliardi
di connessioni neuronali. Da questi cip contaminanti, potrà uscire
Niuro che farà sbizzarrire biologi, tecnologi, designer, per forme
nuove dagli esiti ancora in progress del Cortical labs, di Melbourne che sta lavorando alle analogie tra cervelli umani e cervelli artificiali, entrambi consumatori di energie, che per quelli umani è pari a venti watt per unità
di prodotto, mentre per Niuro sarebbe pari a trentaquattro centrali a carbone.
Ma ipoteticamente risolto il problema dell’energia
(a questo dovrebbero servire gli otto anni) ci sarà la
sfida fra lui (Niuro) e il metaverso in cui si possono immaginare
le chimere e gli unicorni, come l’aiuto all’esplorazione di pianeti
del sistema solare, ma anche viaggi extra sistema, con avatar,
comandati da remoto, saremo noi (nel senso di io, tu, voi, essi)
con l’aiuto di Niuro due, tre, venti, duecento, in postazione a comandare
con movimento impercettibile delle pupille degli occhi, perché il resto farà tutto da sé. Otto Anni ?
Francesco Gallo Mazzeo – Docente Emerito ABA Roma, Docente di Linguistica applicata ai linguaggi Creativi dell’Arte e del Design dell’Architettura in Pantheon Institute Design & Technology. Roma